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Steve Winwood

Steve Winwood

"Nine Lives"

(data pubblicazione 24.4.08)

 

Steve Winwood, straordinario autore-interprete e multi strumentista, ha firmato un nuovo contratto con la Columbia Records e il 24 aprile verrà pubblicato il nuovo album "Nine Lives"

 

L’arrivo di "Nine Lives" sta suscitando grande fermento: è infatti il primo album da studio full-length dal 2003, anno di pubblicazione di "About Time" che portava il marchio Wincraft, l’etichetta indipendente fondata dallo stesso Winwood. "Nine Lives" inaugura un nuovo importante capitolo nella straordinaria carriera di Steve. Il musicista ha annunciato per l’estate un tour con Tom Petty e The Heartbreakers che attraverserà gli Stati Uniti.

 

Ciascuno dei nove brani di "Nine Lives" - titolo già molto eloquente – contribuisce a tracciare il ritratto musicale della trasformazione spirituale di Winwood, impegnato in un incessante processo di esplorazione che abbraccia soul, rock, blues e world music, un viaggio iniziato nel 1957 quando all’età di 9 anni suonava la chitarra nella band fondata dal padre a Birmingham, in Inghilterra.

 

"Nine Lives" include i brani "I'm Not Drowning," "Fly,” “Raging Sea," "Dirty City," "We're All Looking," "Hungry Man," "Secrets," "At Times We Do Forget" e "Other Shore".

La chitarra del leggendario Eric Clapton accompagna “Dirty City.”

 

L’annuncio del nuovo album di Steve Winwood è arrivato sulla scia della superlativa collaborazione live con Eric Clapton - suo storico compagno di band nei Blind Faith – in occasione del Chicago Crossroads Guitar Festival del luglio 2007.  La chimica sublime creatasi sul palco con l’esibizione di Chicago ha aperto la strada a tre memorabili concerti di Steve Winwood & Eric Clapton presso il

Madison Square Garden di New York (25, 26 e 28 febbraio 2008).  I biglietti dei tre concerti sono andati sold-out in pochi minuti.

 

Winwood (che quest’anno compie 60 anni) è stato probabilmente uno dei più giovani esponenti della pop music invasion britannica della metà degli anni ’60. Già all’età di 15 anni prodigioso chitarrista e tastierista della scena R&B di Birmingham, Winwood ha intrapreso la sua gavetta musicale come musicista di back-up per un impressionante schieramento di pionieri del rock & roll e del blues americano -- Muddy Waters, John Lee Hooker, Howlin' Wolf, B.B. King, Chuck Berry, Bo Diddley, solo per citarne alcuni – in occasione dei loro tour in Gran Bretagna.

 

Nel 1962 Steve e il fratello maggiore, Muff Winwood, cominciano a suonare con Spencer Davis ed il batterista Pete York nel Rhythm & Blues Quartet, un ensemble che successivamente confluirà nello Spencer Davis Group. Vocalist di straordinaria energia ed espressività, oltre che formidabile compositore, Steve Winwood è l’influente promotore del movimento conosciuto come "blue-eyed soul", diffuso grazie a brani come "Keep On Runnin'", "Somebody Help Me" e l'inno pop-soul per eccellenza, "Gimme Some Lovin'". Pubblicato nella sua versione originale nel 1966, "Gimme Some Lovin'" viene accolto nella Grammy Hall of Fame nel 1996.  Winwood lascia lo Spencer Davis Group nel 1967 per costituire il pionieristico gruppo jazz-rock dei Traffic.

 

Nel 1966, mentre l’impeto di Gimme Some Lovin' trasforma lo scenario pop del tempo, il diciottenne Steve Winwood comincia la sua collaborazione con Eric Clapton registrando tre brani -- "Steppin' Out", "Crossroads" e "I Want To Know" – con il nome di Powerhouse (gruppo che include anche Jack Bruce, futuro bassista dei Cream).  Winwood e Clapton si riuniscono in seguito nel 1969 per fondare i Blind Faith, uno dei primi autentici supergruppi della musica pop, assieme al batterista Ginger Baker e al bassista Rick Grech.

 

Nel 1974, dopo lo scioglimento dei Traffic (si ritroveranno per esibirsi in tour negli anni ‘90), Steve Winwood intraprende una brillante carriera solista che raggiungerà il suo apogeo nella metà degli anni ’80 con la pubblicazione di 4 indimenticabili album:  "Arc of a Diver" (1981, disco di platino); Talking Back To The Night" (1982); "Back In The High Life" (1986, 3 volte platino) trascinato da "Higher Love", storica hit al N.1 delle classifiche, grazie al quale Winwood si aggiudica tre Grammy, incluso il riconoscimento di "Record of the Year"; e infine "Roll With It" (1988, 2 volte platino), N.1 nella Billboard Chart.

 

 

In questa sua superlativa carriera, durata oltre 5 decenni, Steve Winwood ha continuato a distinguersi come uno dei musicisti più richiesti per le sessioni da studio, contribuendo con l’impronta di un

 

 

sound inconfondibile al successo di svariati progetti di illustri artisti: Jimi Hendrix ("Electric Ladyland"), Joe Cocker ("With A Little Help From My Friends"), Leon Russell ("Leon Russell"), Lou Reed ("Berlin"), George Harrison ("Dark Horse," "George Harrison"), Toots & the Maytals ("Reggae Got Soul"), Marianne Faithfull ("Dangerous Acquaintances"), David Gilmour ("About Face"), Tina Turner ("Break Every Rule"), Billy Joel ("The Bridge"), James Brown ("Gravity"), Rosanne Cash ("King's Record Shop"), Jimmy Buffett ("Hot Water"), Phil Collins ("But Seriously"), Etta James ("Right Time"), Paul Weller ("Stanley Road"), Christina Aguilera ("Back To Basics") e molti altri ancora.

 

Nella vita privata Steve Winwood coltiva la sua passione per la vita all’aperto, le escursioni e le passeggiate, ma è soprattutto un uomo totalmente dedito alla propria famiglia che trascorrere le domeniche suonando l’organo e cantando nel coro della chiesa.

 

Con "Nine Lives", Steve Winwood dischiude il proprio mondo per offrire agli ammiratori, vecchi e nuovi, 9 nuove ragioni per celebrare la magia intramontabile di questo patrimonio musicale senza tempo.

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Categoria:PopRock